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GLI OMEGA 3, COSA SONO E PERCHE’ SONO PREZIOSI ALLEATI PER LA NOSTRA SALUTE

Sempre più spesso si sente parlare dell’importanza degli Omega 3 nella nostra alimentazione e dei loro effetti benefici.

Ma cosa sono gli omega 3 e qual’è il loro ruolo biologico all’interno del nostro organismo?

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Gli Omega 3 non sono altro che un gruppo di molecole che fanno parte dei grassi alimentari, per cui come tutti i grassi i loro apporto calorico è di 9 kcal per grammo.

Ma perchè queste molecole sono considerate di fondamentale importanza per il nostro benessere?

Il termine Omega 3 dal punto di vista biochimico sta ad indicare la presenza di un cosiddetto doppio legame chimico tra atomi di carbonio in una posizione ben precisa della molecola, ed è proprio questa caratteristica che determina il loro destino metabolico nel nostro corpo.

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Per capire l’importanza degli Omega 3 bisogna prima di tutto parlare di infiammazione.

L’infiammazione può essere definita come una cascata di reazioni biochimiche che ha lo scopo di proteggere il nostro corpo dalle aggressioni esterne ed è caratterizzata dalla formazione di tutta una serie di molecole definite “mediatori chimici” o “citochine proinfiammatorie”, le quali determinano una risposta biologica volta a contrastare l’agente scatenante.

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Nei casi acuti, ad esempio in seguito a traumi o contusioni, la risposta infiammatoria presenta dei segni clinici ben definiti, per cui il tessuto colpito appare gonfio, arrossato e caldo oltre che dolente (tumor, rubor, calor e dolor).

Esiste poi un cosiddetto status infiammatorio cronico silente, dove non si manifestano dei sintomi specifici, ed è caratterizzato da un’iperproduzione di citochine che determinano a lungo andare alterazioni biologiche a carico dei tessuti. Questa condizione purtroppo risulta essere più subdola rispetto alla forma acuta in quanto non viene trattata tempestivamente.

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La presenza di una condizione infiammatoria cronica purtroppo è alla base delle principali patologie cardiovascolari come ipertensione e arteriosclerosi, diabete di tipo due, patologie neurodegenerative oltre che di altre patologie di natura reumatica, di conseguenza rappresenta un fattore di rischio per le persone predisposte.

Senza entrare nel merito della fisiopatologia dell’infiammazione è bene però conoscere la radice di questo processo biochimico che comunque se controllato è di fondamentale importanza per la nostra protezione.

Vediamo quindi da dove “tutto inizia”.

L’infiammazione prende luogo quanto un cosiddetto “insulto proinfiammatorio” nelle nostre cellule stimola l’attivazione di un enzima chiamato PLA2, il quale agisce sulle membrane cellulari liberando dai fosfolipidi di membrana una molecola che si chiama Acido Arachidonico.

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L’acido Arachidonico può essere definito come la materia prima dell’infiammazione, infatti su di esso agiscono altri enzimi appartenenti alla classe delle ciclossigenasi (COX 1 e 2 enzimi bersaglio dei FANS) che trasformano questa molecola in tanti mediatori chimici dell’infiammazione chiamate prostaglandine e trombossani.

Da queste considerazione emerge il fatto che tanto maggiore sarà la concentrazione di Acido Arachidonico nelle membrane cellulari, tanto maggiore sarà la produzione di mediatori chimici e quindi tanto più alto sarà lo stato infiammatorio silente.

Ma che cos’è l’Acido arachidonico?

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Da punto di vista biochimico l’A.A. è anch’esso un grasso, così come gli omega 3, ed è anch’esso come gli omega 3 un acido grasso polinsaturo ossia con più doppi legami all’interno della molecola.

L’A.A. a differenza degli omega 3 può essere definito un omega 6, in quanto il primo doppio legame si trova in posizione 6 a partire dall’atomo di carbonio terminale, ed è proprio questo aspetto che determina il suo destino metabolico e che rende antagonisti i due tipi di grassi.

Gli omega 3 ed in particolare il DHA (acido docosaesaenoico) possiede la capacità di ridurre la concentrazione di AA nelle membrane plasmatiche in quanto in grado di spiazzarlo e di sostituirsi ad esso. Ciò determina in primo luogo una minor produzione di citochine infiammatorie, inoltre il DHA, attivato anch’esso dalla PLA2 e successivamente dalle COX, porta alla produzione di citochine “antinfiammatorie” come la PGI2 che presentano un effetto biologico opposto rispetto alle altre, per cui un azione antinfiammatoria, fluidificante del sangue, antipertensiva, protettiva nei confronti di vasi sanguigni e cuore oltre che di vista e cervello.

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Tra gli omega 3 ricordiamo l’acido alfa-linolenico, acido grasso a 18 atomi di carbonio e presente principalmente in noci e semi di lino, l‘EPA e il DHA rispettivamente a 20 e 22 atomi di carbonio presenti nell’olio di pesce.

La presenza dei doppi legami nelle catene di acidi grassi è un fattore molto importante sia dal punto di vista chimico fisico che nutrizionale. Gli acidi grassi mono e polinsatururi infatti presentano una consistenza più fluida e si presentano liquidi a tempera ambiente (oli).

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Gli omega 3 sono degli acidi grassi che a livello nutrizionale rivestono una grande importanza in quanto il loro utilizzo si è rivelato molto efficace nel regolare i livelli plasmatici di colesterolo e trigliceridi.

Tra gli utilizzi più frequenti degli omega tre legati alle loro caratteristiche “antinfiammatorie” vi sono quelli per regolare la pressione sanguigna, ridurre la concentrazione ematica di trigliceridi e in misura minore del colesterolo contrastando quindi la sindrome metabolica, favorire la funzione visiva, e migliorare la funzionalità cerebrale.

Attraverso un’attenta anamnesi alimentare puoi sapere se il tuo fabbisogno di omega 3 è rispettato.

Dott. Tomaso Puggioni

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